Sanità Informazione - Intervista al presidente Penocchio sulla diffusione dell'Influenza aviaria

29/03/2024
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Il presidente Penocchio ha rilasciato una intervista a Sanità Informazione, commentando i casi di aviaria identificati nei giorni scorsi in quattro allevamenti negli stati del Texas e Kansas.
“L’identificazione del virus dell’influenza aviaria ad elevata patogenicità H5N1 nella specie bovina rappresenta un elemento di indubbia preoccupazione, perché testimonia un’ulteriore espansione del range di specie animali, in particolare mammiferi, che possono essere infettate da questo virus”. 
A diffondere la notizia è stato il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti precisando che, nonostante non sia ancora “noto quale sia il ceppo virale responsabile delle infezioni, al momento il rischio per l’uomo è  considerato basso”. Dello stesso parere è anche il presidente della FNOVI: “Al momento – precida Penocchio – la segnalazione giunta dagli Stati Uniti non determina un incremento del rischio per l’uomo, perché il virus non ha (ancora) acquisito quelle mutazioni genetiche che favoriscono l’adattamento ai mammiferi. Ad oggi, la trasmissione del virus tra mammiferi non è documentata e l’unica modalità di infezione per l’uomo è rappresentata dal contatto diretto con volatili infetti

 

“In Italia, il virus dell’influenza aviaria H5N1 è già presente negli uccelli selvatici e compare sporadicamente negli allevamenti avicoli, comportando l’abbattimento di tutti i volatili dell’allevamento. In Italia è in vigore da anni un programma nazionale di sorveglianza per i virus dell’influenza aviaria, che viene rinnovato ogni anno per meglio adattarlo alla situazione epidemiologica nazionale ed internazionale. Grazie a questo piano – spiega il Presidente della FNOVI – è possibile monitorare la circolazione dei virus influenzali nei volatili domestici e selvatici e identificare eventuali focolai in maniera precoce. Il rischio per l’uomo resta comunque bassissimo e limitato agli operatori della filiera avicola. Non esistono ad oggi segnalazioni di influenza aviaria nella specie bovina in Italia, ma, anche se dovessero esserci in futuro, il rischio per l’uomo sarebbe comunque basso. Il latte, in particolare, non potrebbe rappresentare una possibile fonte di contagio per l’uomo perché – conclude – la pastorizzazione è più che sufficiente ad eliminare ogni traccia di virus”.

 

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