La sicurezza delle cure attraverso la ‘relazione’ con il soggetto assistito

di Daniela Mulas
15/09/2023
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Nella mattinata di oggi ho partecipato ad un evento programmato presso l’ISS che si inscriveva nell’ambito delle iniziative promosse a livello nazionale per la celebrazione della V giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita.
Con il mio intervento ho illustrato come la partecipazione attiva si sviluppa anche in seno alla professione del medico veterinario contribuendo a rappresentare una garanzia di cure sicure.

Quali medici veterinari, per quanto il nostro Codice deontologico non contempli espressamente – a differenza di altri profili dell’area sanitaria – il concetto di ‘relazione’, essendo anche la nostra una professione di cura, l’essere in relazione terapeutica con il nostro assistito (attraverso il suo proprietario) costituisce un fondamento ontologico; la relazione precede e accompagna la cura; senza relazione la cura non è caring, ma curing, ovvero trattamento, tecnica.
Rivalutare il tempo dell’ascolto e della relazione, introiettarlo come dimensione fondamentale del proprio essere curante, concretizza gli assunti di base di una medicina veterinaria sobria, rispettosa e giusta, perché a volte non fare è più utile che fare, anche se richiede (paradossalmente) più tempo, ma è ciò che è giusto e rispettoso per il paziente animale ma non solo.
La relazione di cura e fiducia tra proprietari/paziente e medico si basa sul diritto di conoscere le condizioni di salute del soggetto trattato, di essere informati in modo completo, aggiornato e comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell’eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell’accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi.
Il medico veterinario sembrerebbe tenuto in linea di massima al rispetto degli stessi principi — segnatamente quelli di completezza, chiarezza e coinvolgimento nella decisione — che disciplinano il rapporto tra paziente e medico in medicina umana, con l’ovvia differenza che destinatario degli obblighi è il proprietario dell’animale.
Occorre considerare anche che, sempre di più la professione del medico veterinario sente oggi la responsabilità civile ed etica nel proporsi, con tutte le sue forme ed organizzazioni, nello studio dell’accoppiata rischio ambientale/salute umana e, di conseguenza, nell’orientare le scelte delle politiche della prevenzione. 
In questo contesto ogni medico veterinario deve operare nel rispetto di un Codice di deontologia adeguato all’obiettivo e secondo il principio di responsabilità che può trasformare ogni suo gesto in positivi esiti futuri soprattutto per le giovani generazioni. I medici veterinari sono in grado di produrre numerose informazioni utili allo studio delle patologie ambientali correlate e all’identificazione e quantificazione dei legami tra le molteplici cause ed effetti avversi alla salute: questa la ragione che sottende l’attuale declinazione della previsione deontologica che riconosce l’ambiente quale bene giuridico di valore primario ed assoluto (artt. 9 e 32 della Costituzione).
Il medico veterinario, nel riconoscere i valori costituzionali della salute individuale, collettiva e dell’ambiente uniforma la sua opera alla salvaguardia delle risorse naturali della Terra, ivi incluse l'aria, l'acqua, la flora, la fauna e particolarmente il sistema ecologico naturale mediante azioni di prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio naturali o dipendenti da intervento antropico. In base alle conoscenze disponibili, si adopera per una puntuale e diligente individuazione dei fattori di vulnerabilità cui sono esposti l’uomo e l’ecosistema e supporta quale sentinella ambientale i cittadini e le autorità con azioni di informazione, educazione e studio utili alla valutazione del rischio ambientale cui è esposto il sistema ecologico.
In conformità al principio di precauzione dà appropriata e precoce comunicazione agli interessati ed agli organi di prevenzione di ogni implicazione riconducibile a patologie ambiente correlate e, attraverso una corretta “relazione” con loro, favorisce l’acquisizione di consapevolezza e attenzione per un uso appropriato del sistema ecologico che deve essere salvaguardato a beneficio delle generazioni presenti e future.

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