IL RUOLO DEGLI ORDINI AI TEMPI DELLA PANDEMIA
IL RUOLO DEGLI ORDINI AI TEMPI DELLA PANDEMIA

La pandemia da Covid-19 ha trasformato in modo profondo le nostre vite a livello individuale e collettivo. Per sua natura, infatti, ogni pandemia colpisce sempre una comunità nella sua interezza, o direttamente attraverso l’esperienza della malattia, o indirettamente attraverso la paura, le restrizioni alla libertà personale, le misure sanitarie decise dalle istituzioni e le conseguenze economiche, politiche e sociali. In questo scenario, è evidente che il significato della più grande campagna vaccinale nella storia contemporanea non può essere compreso in relazione alla sola dimensione medico-sanitaria.
Con l’arrivo dei vaccini, infatti, si è aperta una nuova ed importante fase al centro della quale si trovano alcune domande fondamentali che interrogano in modo diretto la nostra forma di vita attuale e i rapporti che legano tra loro politica, scienza, comunicazione pubblica ed etica.
Quali valori, principî e procedure dovrebbero guidare lo sviluppo e la distribuzione di una risorsa scarsa e potenzialmente salvavita come un vaccino? Quali responsabilità e doveri abbiamo nei confronti di noi stessi, degli altri e della società in un momento di profonda crisi sanitaria ed economica? È giusto consentire agli operatori sanitari di non vaccinarsi o ciò rientra invece entro i loro doveri morali e professionali? Quali ragioni permettono di giustificare o rifiutare l’imposizione di un obbligo vaccinale a tutta la popolazione?
Come ripensare la nostra coesistenza con altre forme di vita biologica e gli ecosistemi per evitare nuove pandemie? Quale società, economia e visione del mondo dovremmo immaginare e provare a costruire una volta che l’emergenza sarà finita?
Non è facile ovviamente rispondere a queste e altre domande fondamentali su ciò che sta accadendo ma certamente possiamo commentare che il sistema ordinistico, nel proliferare continuo delle regole, nell’appesantimento della burocrazia, nella confusione dell’informazione spesso eccessiva e contraddittoria, oltre che caratterizzata dalle fake news, è diventato importante quale punto di riferimento fondamentale per i professionisti e per i cittadini. Le professioni sanitarie - alle quali va dato il merito di aver sempre dimostrato la loro piena disponibilità e capacità nell’affrontare l’emergenza a sostegno del Paese - sono state chiamate a reggere l’impatto con le nuove norme con le quali il legislatore ha riconosciuto il ruolo centrale degli Ordini professionali e gli ha conferito, quali enti sussidiari dello Stato, un ulteriore dovere di verifica dei comportamenti degli iscritti e conseguenti adempimenti, ai sensi del D.L. 172 del 26 novembre 2021, come convertito con modifiche, nella Legge 3/2022 sulle “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali”. A dieci mesi dall’adozione dell’obbligo vaccinale si può provare a tirare le somme della procedura attivata da aprile. Come FNOVI registriamo che – alla data del 15 febbraio u.s. - sono 864 i medici veterinari per i quali è stato accertato il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale sono 478 le donne (pari al 55,32% del totale) mentre gli uomini sono 386 (pari 44,68% del totale).
Al momento risultano ancora sospesi 415 medici veterinari. Sono tanti? Sono un numero irrilevante? Ciascuno può trarre le proprie conclusioni ma, riguardo agli aspetti generali della questione, una cosa è certa e cioè che la procedura prevista prima dal decreto 44 e poi dal decreto 72 è complicata, lunga e farraginosa.
Come accennato, gli Ordini sono stati coinvolti e non in quanto enti ausiliari, ma quali enti sussidiari dello Stato e la differenza tra funzione ausiliaria e funzione sussidiaria non è marginale: in un caso gli Ordini non svolgono una funzione amministrativa attiva ma solo una funzione di iniziativa e di controllo, nell’altro invece in base al principio di sussidiarietà gli Ordini possono svolgere compiti amministrativi in luogo e per conto dello Stato: passare da ente ausiliario ad ente sussidiario è significato un cambiamento di compiti e di mission. Il sistema ordinistico, Ordini professionale e le rispettive Federazioni, sono stati chiamati al rispetto di adempimenti che il più delle volte sono apparsi sovradimensionati se non immotivati. Inizialmente ha lasciato perplessi quella che inizialmente è sembrata una deliberata abdicazione delle funzioni precipue dell’autorità sanitaria, che possiede per natura giuridica responsabilità di ruoli e funzioni definiti da norme istitutive, con il conseguente ingaggio esclusivo degli Ordini Provinciali. Al nostro interno non sono mancati coloro che invocavano un emendamento che potesse assicurare il ripristino dell’attività di accertamento dell’obbligo vaccinale da parte delle Autorità Sanitarie competenti e, conseguentemente, la sostenibilità economica ed organizzativa degli Ordini Provinciali che, altrimenti, ne sarebbe risultata grandemente compromessa.
Tutto questo non è accaduto e oggi, guardando indietro, il sistema ordinistico rivendica il ruolo ricoperto nel promuovere la cultura della responsabilità e della solidarietà rispondendo anche ai difficili adempimenti connessi al dovere di verifica dei comportamenti degli iscritti e conseguenti adempimenti, ai sensi del D.L. 172 del 26 novembre 2021, come convertito con modifiche, nella Legge 3/2022 sulle ‘Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali’.