CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE – INVENTIAMO IL FUTURO

03/12/2021
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Compiendo un bello sforzo di memoria, per tanti di noi è possibile ripercorrere l’evoluzione compiuta dalla nostra professione negli ultimi 20 anni. In un arco temporale in cui il genere umano ha visto gonfiarsi e poi esplodere varie bolle speculative, stravolgere gli equilibri geopolitici, erodere le proprie sicurezze, annientare interi mercati, e in ultimo disgregare le proprie convinzioni sotto la pressione di un’emergenza pandemica, la professione veterinaria è comunque cresciuta, si è sviluppata, si è evoluta con ostinazione e determinazione. Nel fare i conti con questi “cigni neri”, si è nel frattempo consolidata la consapevolezza dell’assoluta interdipendenza del rapporto uomo/animale/ambiente. E al di là dello sterile esercizio di stabilire colpe e meriti, puntualità e ritardi, si è preso atto di ciò che il mondo chiede per poter progettare il futuro.

La Federazione ha sentito la necessità di rispondere a una crescita dinamica della professione che non sembrava essere codificata da nessuno schema preordinato. Il sistema SPC ne è l’esempio lampante: riconoscere la validità di una formazione di qualità che non trova inquadramento nell’educazione continua in medicina, con la determinazione di rispondere a una specifica richiesta del mercato, codificando procedure d’accesso per l’iscrizione in elenchi di professionisti con particolari competenze. In tale contesto, si inserisce la particolare attenzione prestata all’iniziativa Vetcee, volta a certificare percorsi formativi in ambito europeo. Ognuno di questi passaggi, si incardina in un processo di qualificazione del medico veterinario che, per imprinting formativo, sente la necessità di una continua competizione con sé stesso, per migliorare le proprie competenze.
Secondo Benjamin Disraeli, il segreto del successo è la costanza del proposito: ed è alla costanza del proposito, appunto, che la Federazione sente il bisogno di riferirsi. La pressione del mercato, la crescita del settore e le orme tracciate da chi ci ha preceduto, hanno portato alla determinazione che fosse necessario riprogettare il nostro domani, spingendoci oltre. L’accordo quadro sottoscritto con l’agenzia CERTING è figlio di questa consapevolezza.

La Federazione conosce il rigore e i sacrifici con cui i medici veterinari investono tempo e risorse per acquisire competenze sempre più specialistiche e conformi alle richieste di mercato, e intende riconoscerne il merito. Sia chiaro: la certificazione delle competenze non serve a stilare un elenco di buoni e di cattivi, né a tagliare fuori dal mercato coloro i quali intendono continuare ad esercitare la professione come hanno sempre fatto. Il medico veterinario di fiducia continuerà a essere caposaldo di quella medicina veterinaria territoriale che quotidianamente educa e offre un servizio importante alla comunità. Non sono gli ostacoli a far crescere la professione, ma le opportunità. Le opportunità si cercano e si costruiscono, e nei casi più illuminati si inventano. Immaginare una professione che cresce in armonia con questi sentimenti, è molto meno difficile che cercare di ricordare dove si trovava la medicina veterinaria appena 20 anni fa... uno sforzo di immaginazione che deve essere compiuto da tutte le anime della professione, traducendo il sogno in fatti concreti. Da questo momento in poi, si apre una fase di interlocuzione con gli Ordini che prevede anche momenti di formazione specifica, per poter raggiungere un accordo sugli schemi di certificazione proprietari. È la fase pregnante della costruzione del percorso di certificazione, la base su cui si fonderà una parte del futuro della professione medico veterinaria. Alan Kay, riprendendo una citazione di Abramo Lincoln, ricorda che: “il miglior modo per prevedere il futuro, è inventarlo”. La medicina veterinaria lo sta facendo.

Luigi Emiliano Zumbo - segretario FNOVI

Fonte: 
FNOVI
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