PROFESSIONE MEDICO VETERINARIA E COVID -19: NON PRESTIAMOCI A PERICOLOSE MISTIFICAZIONI

Su un'operazione mediatica pericolosa dal punto di vista comunicativo, quanto scorretta sotto l’aspetto scientifico
07/12/2020
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Abbiamo seguito un servizio sull’effettuazione di un test rapido per COVID-19 sul gatto, andato recentemente in onda su Rai 1 all’interno della trasmissione “Oggi è un altro giorno”.

Il medico veterinario ospite ha affermato che la nostra professione deve occuparsi solo di cani e gatti e non della specie umana, disconoscendo il ruolo del medico veterinario come operatore di sanità pubblica, a tutela della salute animale ed umana strettamente interconnesse, come testimonia la pandemia da coronavirus in corso.Le competenze della medicina veterinaria nella gestione delle zoonosi, cioè le malattie trasmesse dagli animali all’uomo, e nello studio dei coronavirus, virus negletti in medicina umana fino alla comparsa della SARS nel 2003, ma noti da decenni negli animali domestici, sono sotto gli occhi di tutti. Come pure evidenti sono le energie profuse dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali quali parti integranti della rete dei laboratori pubblici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 nell’uomo.

Spiace poi constatare che il collega si sia prestato ad un’operazione mediatica pericolosa dal punto di vista comunicativo, quanto scorretta sotto l’aspetto scientifico.
Mostrare al pubblico televisivo come effettuare il tampone al gatto e sottoporlo al test rapido significa non solo disattendere le raccomandazioni di tutte le organizzazioni scientifiche internazionali e nazionali, comprese quelle dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, che prevedono che gli animali domestici possano essere testati per SARS-CoV-2 solo in casi particolari, ma anche spalancare le porte ad un vero e proprio “Far West” del tampone sugli animali, senza che vi sia alcun criterio scientifico.
Un messaggio pericoloso, perché lascia sottintendere che i nostri animali da compagnia possano svolgere un ruolo nell’epidemiologia di SARS-CoV-2, rappresentando un potenziale pericolo per l’uomo.

Dispiace constatare che tali mistificazioni vedano partecipi medici veterinari e siano avallate dalla TV di Stato, che, in quanto servizio pubblico, dovrebbe garantire un’informazione corretta, evitando di diffondere ingiustificati timori sulla pericolosità degli animali da compagnia. 

Fonte: 
FNOVI
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