CONCLUSIONI NON VINCOLANTI PER LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA SULLA MACELLAZIONE SENZA STORDIMENTO

14/09/2020
.

Anche se le conclusioni dell'avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia -  il compito dell'avvocato generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è stato designato. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa e la sentenza sarà pronunciata in una data successiva -  è stato sollevato un elemento interessante: il diritto del consumatore a conoscere il tipo di macellazione degli animali produttori di alimenti. 
“In particolare, una situazione di fatto in cui prodotti a base di carne risultanti dalla macellazione di animali conformemente a riti religiosi possono, semplicemente, essere immessi nella catena alimentare generale ed essere consumati da clienti che ignorano il modo - e non sono stati informati al riguardo - in cui gli animali sono stati macellati non sarebbe conforme né allo spirito né al tenore letterale dell’articolo 13 TFUE, che obbliga l’Unione e gli Stati membri a tenere pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali.” 

Il comunicato stampa della Corte ripercorre la vicenda iniziata tre anni con il decreto della Regione delle Fiandre (Belgio) del 7 luglio 2017, recante modifica della legge relativa al benessere e alla protezione degli animali, con riguardo ai metodi ammessi per la macellazione degli animali, che ha vietato la macellazione degli animali mediante riti tradizionali ebraici e islamici e imposto lo stordimento degli animali prima della macellazione, al fine di ridurre le loro sofferenze. In tale contesto, varie associazioni ebraiche e islamiche hanno impugnato il decreto, al fine di ottenerne l’annullamento totale o parziale. Il Grondwettelijk Hof (Corte costituzionale, Belgio), investito della causa, ha deciso di effettuare un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia. La questione principale posta alla Corte è se un siffatto divieto assoluto di macellazione senza stordimento sia compatibile con il diritto dell’Unione, non da ultimo alla luce delle garanzie concernenti la libertà di religione contenute nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (in prosieguo: la «Carta»).

In conclusione, l’avvocato generale Hogan osserva che non si può negare il fatto che, spesso, la preservazione della macellazione rituale degli animali mal si concilia con le moderne concezioni del benessere degli animali.
La deroga costituisce, tuttavia, una scelta politica che il legislatore dell’Unione era certamente legittimato a compiere. Ne consegue che la Corte non può ammettere che tale scelta politica specifica sia svuotata del suo contenuto da singoli Stati membri che, in nome del benessere degli animali, pongano in essere un’azione concreta il cui effetto sostanziale sarebbe vanificare la deroga a favore di taluni fedeli religiosi. 

Fonte: 
Corte di Giustizia Europea
FNOVI!
iscriviti alla newsletter di