NELLE BOZZE DEL DECRETO MAGGIO BONUS ANCHE PER LE PROFESSIONI ORDINISTICHE

CUP e RPT scrivono al Ministro del Lavoro esprimendo apprezzamento per l'impegno assunto a riproporre disposizioni volte a riconoscere alle Casse di Previdenza dei professionisti maggiore autonomia nella predisposizione di azioni a sostegno degli iscritti
08/05/2020
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I professionisti sono lavoratori, come gli altri, e come gli altri meritano sostegno in una fase così drammatica: questo era stato sostenuto dal Presidente FNOVI, Gaetano Penocchio, al tavolo tecnico virtuale di martedì scorso tenutosi con il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, insieme agli altri rappresentanti di venti diverse categorie ordinistiche.

Oggi, con una nota a firma congiunta, i vertici del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (CUP) e della Rete Professioni Tecniche (RPT) hanno ribadito il proprio apprezzamento per l'impegno assunto dal Ministro di “riproporre una disposizione volta a riconoscere alle Casse di Previdenza dei professionisti maggiore autonomia nella predisposizione di azioni a sostegno degli iscritti”.

Nelle bozze del decreto Maggio ha fatto capolino l’innalzamento da 300 a 800 milioni del limite di spesa del Fondo per il reddito di ultima istanza 2020, istituito dal Dl Cura Italia per sostenere gli “autonomi” che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività. Ma non solo: si è anche appreso che è in via di definizione un decreto interministeriale che specificherà quanta parte di quel fondo andrà assegnato alle professioni ordinistiche, anche se restano alcune ombre rispetto, per esempio, al cumulo fra il reddito-bonus ed i trattamenti previdenziali, che dovrebbe continuare a essere escluso anche per i casi in cui le somme incassate fossero molto basse.

Nella nota di oggi i rappresentanti di tutte le categorie ordinistiche ripropongono una questione percepita con grande condivisione dalla FNOVI: la “necessità di prevedere la cumulabilità, ai fini della percezione dell’indennità, tra i redditi professionali e gli assegni di invalidità nonché le pensioni a tale titolo corrisposte dagli enti di previdenza privatizzati”.

Come peraltro sempre sostenuto dalla Federazione, si ribadisce la “richiesta di consentire l’accesso all’indennità, in presenza delle condizioni reddituali previste dalla legge, ai professionisti iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, purché non abbiano percepito altre indennità legate all’emergenza né reddito di cittadinanza”.

Chiesto a gran voce l'autorevole intervento del Ministro del Lavoro “affinché tutti gli strumenti di finanziamento, anche a fondo perduto, predisposti dal Governo per sostenere la ripresa dell’attività da parte delle piccole e medie imprese, siano esplicitamente estesi anche ai liberi professionisti”.

La nota si conclude i richiamando l'attenzione sul tema dell’ampliamento delle indennità COVID-19 e delle sezioni contrattuali delle professioni socio-sanitarie.

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