CONSULTA PERMANENTE DELLE PROFESSIONI SANITARIE: ALL’ODG LA VIOLENZA SUGLI OPERATORI SANITARI E SOCIOSANITARI

I responsabili delle professioni sanitarie presenti nell’assise hanno chiesto che vengano riconosciute le tutele ma non lo status di pubblico ufficiale
14/02/2020
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No alla qualifica di pubblico ufficiale a medici e personale sanitario e socio sanitario in servizio, ma sì a tutte le tutele che la qualifica di pubblico ufficiale comporta, ossia procedibilità di ufficio e aggravio delle pene per chi commette aggressioni ai loro danni. Inoltre, nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, le Aziende sanitarie avranno l'obbligo di costituirsi parte civile. Questa la conclusione espressa in occasione della prima riunione operativa della Consulta permanente delle professioni sanitarie.

Quello riguardante la qualifica di pubblico ufficiale per gli operatori sanitari per il personale sanitario in servizio era un nodo importante da sciogliere. Anche la Commissione Giustizia aveva espresso il suo parere contrario al riconoscimento, in quanto sarebbe stato “improprio” attribuirla a figure professionali della sanità, caricandole anche di aggravi di responsabilità non consoni.

Detta posizione è stata avvalorata dalla Consulta delle professioni sanitarie e socio sanitarie riunitasi lo scorso 13 febbraio presso la sede del Ministero della Salute. Erano presenti i presidenti della FNOMCeO Filippo Anelli, della FOFI Andrea Mandelli, della FNOPI Barbara Mangiacavalli, della FNOPO Maria Vicario, dell’ONB Vincenzo D’Anna, della FNOVI Gaetano Penocchio, del CNOAS Gianmario Gazzi del CNOP David Lazzari e Renato Soma Consigliere delegato dal Presidente dei Chimicifisici).

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