Cumulo, il ministero dà torto all’Inps: infondato il balzello ai professionisti

Cumulo, il ministero dà torto all’Inps: infondato il balzello ai professionisti

Sul cumulo il Ministero del Lavoro ha dato ragione agli enti di previdenza dei professionisti. Il colpo di scena è arrivato dai documenti acquisti dalla Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti tramite una formale richiesta di accesso agli atti. In particolare è emerso come già il 14 marzo scorso il Ministero avesse inviato all’Inps una risposta a firma del Capo di Gabinetto che non avallava la richiesta dei 65 euro.
Questo è quanto si legge sul portale dell’ENPAV. Sul cumulo previdenziale, sembra chiudersi con una netta affermazione degli enti di previdenza dei professionisti il contenzioso con l’Inps relativo a quella che le stesse casse hanno subito polemicamente ribattezzato la “tassa Boeri”. Pretesa alle quale le casse previdenziali professionali si erano subito opposte ritenendole prive di fondamento.
“Imporre ai nostri iscritti un ulteriore balzello sarebbe costringerli a pagare lo stesso costo due volte” aveva osservato il Presidente dell’Adepp Alberto Oliveti, ricordando che peraltro – per rispettare la legge – le casse dei professionisti hanno accettato di accollarsi i maggiori costi pensionistici derivanti dal cumulo, senza ricevere alcun ristoro da parte dello Stato e senza nemmeno chiedere all’Inps il rimborso dei costi amministrativi che dovranno comunque sostenere per istruire le pratiche di pensione anche per le quote di competenza dell’istituto pubblico.
Da qui, nei giorni scorsi, la decisione delle casse professionali di forzare la mano, con la firma e l’invio delle convenzioni sul cumulo, nonostante la procedura informatica per la gestione delle relative pratiche, annunciata per i primi di marzo, non sia stata ancora pubblicata dall’Inps, proprio per via dei 65 euro.
Ora, però, è intervenuto un colpo di scena, del quale è stata data notizia un comunicato diffuso dall’Adepp. Da documenti acquisti dalla Cassa di previdenza dei commercialisti a seguito di una formale richiesta di accesso agli atti, è infatti emerso che già il 14 marzo il ministero aveva inviato all’Inps una risposta a firma del Capo di Gabinetto che non avallava la richiesta dei 65 euro.
Nel documento, che rimanda la convenzione alla valutazione dell’Inps e delle casse, viene richiamato e allegato il parere rilasciato dalla Direzione generale delle Politiche previdenziali del Ministero dove, dopo un’attenta disamina di contesto, viene espressamente dichiarato che “a parere dello scrivente, non è possibile accondiscendere al sistema di compartecipazione agli oneri definiti con la convenzione trasmessa da Inps e secondo le modalità ivi proposte, mentre appare ragionevole l’eventuale limitata partecipazione ai costi che sono stati, ad esempio, già individuati nel citato art.14 della convenzione deliberata dall’Inps nel 2007 ai fini della erogazione del trattamento pensionistico in totalizzazione”.
Un inequivocabile pollice verso, dunque, ancorché espresso con le contorsioni linguistiche del burocratese, che – si legge nel comunicato diffuso dall’associazione degli enti previdenziali privati, “conferma la correttezza del percorso intrapreso dall’Adepp”.
“Adesso che è anche acclarata la posizione del ministero all’Inps non resta che controfirmare subito le convenzioni che le Casse di previdenza hanno già inviato lunedì scorso, assolvendo all’obbligo imposto dalla legge. I pensionati hanno aspettato già troppo”.