Modalità di prescrizione e scelta dei farmaci antimicrobici dei medici veterinari in UE: pubblicati i dati di un sondaggio

Modalità di prescrizione e scelta dei farmaci antimicrobici dei medici veterinari in UE: pubblicati i dati di un sondaggio

Pubblicato lo studio voluto dall’agenzie per i medicinali e dalla Federazione dei Veterinari Europei finalizzato a capire il processo decisionale dei veterinari in Europa, all’atto della prescrizione di antibiotici. Hanno risposto complessivamente 3.004 professionisti di 25 paesi europei operanti tanto nell’industria mangimistica che nella “libera professione” su animali da reddito che da compagnia.
Alcuni fattori di distorsione quali il campione non casuale di veterinari selezionati per la disponibilità a fornire risposte e la definizione in premessa al questionari di “uso responsabile” oltre alla difficoltà legata alla traduzione solo in alcune lingue del test non tolgono tuttavia allo studio il merito di essere il primo sondaggio europeo indirizzato ai veterinari su così larga scala.
Da questo emerge che non esiste per i Veterinari europei una fonte di informazione unica o un unico criterio di campo alla base del processo decisionale.
In campo valgono esperienza, pratica, fallimento terapeutico, antibiogramma, foglietti illustrativi, facilità di somministrazione, attenzione allo sviluppo di antibioticoresistenza. Per la propria informazione il riassunto delle caratteristiche del prodotto e l’esperienza acquisita. Se il foglietto illustrativo viene spesso considerato fonte di informazione, molti veterinari accedono con regolarità anche alle fonti delle SPC anche se i veterinari di Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito non sembrano avere famigliarità con le SPC spesso confuse con i foglietti illustrativi.
I veterinari non sembrano essere influenzabili dalle informazioni commerciali o dalle relazioni e dati degli organismi ufficiali ad eccezione dei colleghi svedesi. Nemmeno il fattore economico laddove il farmaco viene venduto dal veterinario, sembra avere incidenza nella valutazione della scelta della terapia. I veterinari ippiatri sembrerebbero più attenti di altre categorie.
Le ragioni più frequenti della mancata attenzione o rispetto delle indicazioni relative al rischio di insorgenza di antibiotico resistenza riguardano la difficoltà o la scomodità delle vie di somministrazione, la necessità di tempi di sospensione brevi, il costo dei test di sensibilità e l’assenza di farmaci (MUMS).
Il ricorso più frequente ai test di sensibilità si hanno in seguito al fallimento della terapia in atto o all’esperienza di precedenti fallimenti. Alcune malattie più di altre stimolano la richiesta di antibiogrammi (mastite, otite esterna, sepsi, piodermite profonda, le malattie del tratto urinario, infezioni ricorrenti, atipiche...)
I maggiori ostacoli alla richiesta di antibiogrammi si sono rivelati abbastanza comuni per tutti i paesi e consistenti nella difficoltà del campionamento, l’urgenza della situazione, il costo dei test. Non considerate in genere le raccomandazioni delle SPC ad eseguire i test.
Incentivi al ricorso all’antibiogramma sarebbero secondo il sondaggio, risultati più rapidi e meno costosi innanzitutto. L’assistenza nell’interpretazione dei risultati pure è sentita come una necessità così come la formazione dei proprietari e una normativa a supporto dell’obbligo di esecuzione e del divieto di associare la pubblicità degli antibiotici ai loro vantaggi economici anziché all’uso responsabile. Per quanto riguarda gli animali da reddito è stato rilevato anche come laddove la posizione dei veterinari risulta più forte, per esempio attraverso contratti aziendali o attraverso le linee guida settoriali concordate , è probabile che sia più facile per loro convincere gli allevatori sulla necessità di eseguire i test.
Raggiungere l’obiettivo di sensibilizzare ulteriormente i Veterinari necessita di un progetto formativo coordinato europeo attualmente inesistente e che dovrà, data la bassa incidenza emersa dal sondaggio delle pubblicazioni scientifiche e della formazione frontale generica, porsi il problema dei modelli da attuare.
Saranno necessarie strategie di supporto quali il monitoraggio dell’uso degli antibiotici e la disponibilità delle SPC per le quali l’articolo fornisce un indirizzo utile: http://mri.medagencies.org/Veterinary/product-information
All’atto della pubblicazione del sondaggio l’Italia non risultava provvista di un indirizzo internet che invece è stato attivato e viene giornalmente implementato: https://www.vetinfo.sanita.it/j6_prontuario/public/
In argomento si richiamano i Manifesti sull'uso responsabile dei farmaci antimicrobici predisposti dalla FVE e condivisi in occasione dei lavori del Consiglio Nazionale FNOVI del Novembre 2012 a Lazise (VR):
“Uso responsabile dei farmaci antimicrobici: consigli per i medici veterinari”
“Cosa possiamo fare per preservare l'efficacia dei famci antimicrobici oggi e nel futuro"