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FNOVI impegnata per garantire al professionista la possibilità di operare una scelta flessibile e razionale riguardo la tipologia e il luogo dei trattamenti

L’Accordo della Conferenza Stato-Regioni del novembre 2003 in materia di strutture veterinarie non appare più coerente con il contesto della Medicina Veterinaria moderna
29/10/2025
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In una nota indirizzata al Sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato, nonché al Responsabile della Direzione generale della salute animale, Giovanni Filippini, la Federazione ha chiesto di "valutare l’opportunità di emettere una nota o direttiva Ministeriale che possa servire da linea guida chiara per i colleghi, formalizzando la possibilità per il Medico Veterinario di esercitare una maggiore discrezionalità professionale riguardo il luogo di esecuzione dei trattamenti non invasivi, in base alla valutazione del rischio (animale/trasporto/trattamento)".

Per FNOVI è evidente che la ‘classificazione delle strutture veterinarie pubbliche e private’ di cui all’Accordo della Conferenza Stato-Regioni del novembre 2003 (Repertorio Atti n. 1868 del 26 novembre 2003) come recepito dalle singole Regioni - che definisce i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi richiesti per l’erogazione delle prestazioni veterinarie - non è più coerente con il contesto della Medicina Veterinaria moderna.

"Nell’esprimere l’auspicio di una radicale revisione delle previsioni al momento vigenti, con la finalità di standardizzare i requisiti strutturali e stabilire anche una correlazione funzionale tra la tipologia di struttura, i requisiti previsti e le attività erogabili" - si legge nella nota - la Federazione dichiara la propria disponibilità ad ogni proficua collaborazione.

Ma la richiesta espressa origina ora dalla necessità - avvertita soprattutto in ambito sportivo, zootecnico e di gestione di specie non convenzionali - di garantire al professionista la possibilità di operare una scelta più flessibile e razionale riguardo la tipologia e il luogo dei trattamenti.

"Una scelta ponderata in funzione della specie animale in questione nonché del livello di rischio associato alla patologia, al trattamento e, in modo critico, al trasporto dell’animale presso una struttura clinica, anche per procedure a basso rischio o non invasive, che può talvolta rappresentare un aggravio non necessario per l’animale stesso, riducendo l’efficacia della cura e aumentando il potenziale stress e rischio".

FNOVI non ravvisa criticità significative nel consentire al Medico Veterinario di eseguire trattamenti non invasivi quali la fisioterapia o l’agopuntura, terapie con dispositivi medici, direttamente presso il centro sportivo, la scuderia, o il luogo di ricovero abituale dell’animale, purché siano assicurate la compatibilità con gli spazi e le dotazioni minime necessarie alla sicurezza e all’efficacia del trattamento stesso.

La nota trasmessa si conclude con la richiesta di apertura di un tavolo di discussione con le rappresentanze del settore per definire i criteri e le condizioni di sicurezza necessarie per l’applicazione dei trattamenti in luoghi diversi dalle strutture veterinarie contemplate.


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