Lo sviluppo sostenibile delle produzioni agro-zootecniche nelle aree interne

Enna 11 e 12 giugno 2022
Editoriale a cura di Dino Gissara
17/06/2022
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Quando parliamo di aree interne, si è andata spesso affermando una rappresentazione in negativo delle stesse, descrivendole come una parte del territorio condannata alla marginalizzazione e al degrado. 

Una attenta lettura del fenomeno, invece, porta a mettere in luce punti di forza, identificando le aree interne come ricche di importanti risorse ambientali e culturali, favorevoli al radicamento locale di sistemi produttivi agro-alimentari che vanno tutelati e valorizzati, dando loro continuità. Le Aree interne sono inoltre ricche di produzioni di pregio, caratterizzate da elevata tipicità e apprezzamento dal mercato con una forte domanda di specificità secondo la quale il consumatore chiede sempre più non quel prodotto, ma quel tipo di prodotto. I cittadini hanno il diritto di conoscere con quale livello di sostenibilità è stato prodotto o trasformato ciò che acquistano, ma devono essere disposti a remunerare adeguatamente le produzioni maggiormente sostenibili. 

Un altro aspetto spesso sottovalutato dai non addetti è il ruolo svolto nel mantenimento dei paesaggi in tutte quelle zone in cui gli animali assumono la parte foraggera direttamente attraverso il pascolamento, fungendo da custodi e ripulendo aree che altrimenti sarebbero abbandonate. L’allevamento, in queste zone, riveste quindi una grande importanza sociale, evitando lo spopolamento dei piccoli borghi rurali con conseguente perdita di tante tradizioni che rappresentano oggi uno dei punti di forza più grandi del nostro Paese.  

Possiamo quindi tranquillamente affermare che le aree interne rappresentano un elemento fondante per la tenuta economica, sociale e ambientale, garantendo alle popolazioni locali la possibilità di un reddito adeguato e migliori condizioni di vita e di lavoro.

Certo spetta alla politica mettere in atto i servizi di base necessari per garantire la permanenza della popolazione e la sopravvivenza delle attività agro-zootecniche, in un’ottica di presidio ambientale e sociale, favorendo percorsi di innovazione e di riorganizzazione lungo le filiere, basati su modelli cooperativi con il fine di stimolare le iniziative dei produttori locali a più spiccata attitudine imprenditoriale.

Serve un lavoro di squadra e di sinergia che deve vedere i medici veterinari quali garanti della sostenibilità delle produzioni, ricordando come le produzioni agroalimentari tradizionali rappresentano anche e soprattutto la base per avviare politiche serie di sviluppo del turismo rurale e, più in generale ed assieme alle DOP ed alle IGP, una risorsa per lo sviluppo ed il rilancio del comparto agroalimentare.

Le produzioni agroalimentari tradizionali, oltre a salvaguardare la tradizionalità dei processi produttivi, preservare una sapienza spesso secolare e produrre specialità difficilmente replicabili altrove, mantengono il legame con il territorio e con le comunità locali che, nei secoli, le hanno generate.

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