NUOVO INCONTRO DEL `TAVOLO PERMANENTE DI LAVORO SULLA SICUREZZA DEGLI OPERATORI SANITARI E PER LA PREVENZIONE DEGLI EPISODI DI VIOLENZA AI DANNI DI TALI OPERATORI´

FNOVI insiste affinché le previsioni del DDL non escludano una larga fascia di operatori sanitari che, come i medici veterinari, svolgono i loro compiti istituzionali di vigilanza e controllo e assistenziali presso strutture produttive o domicili privati
16/01/2020
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Alla presenza del Ministro della Salute si è tenuto oggi un nuovo incontro del “Tavolo permanente di lavoro sulla sicurezza degli operatori sanitari e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tali operatori” nato con lo scopo di affrontare il fenomeno delle violenze alle professioni sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.

Per la FNOVI era presente il Consigliere Daniela Mulas la quale ha espresso la richiesta di correggere l’inefficacia di alcuni articoli del DDL per la tutela dei dirigenti medici, veterinari e sanitari e del personale dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Servizi di 118 e Guardia medica, dipendenti del SSN che operano al di fuori delle strutture sanitarie e socio sanitarie.

L'articolo 2 del DDL infatti, nel proporre la modifica all’articolo 583-quater del Codice penale, ha lasciato invariata la previsione che la l’aggressione avvenga all’interno di “strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private”, in tal modo escludendo una larga fascia di operatori sanitari che svolgono i loro compiti istituzionali di vigilanza e controllo e assistenziali presso strutture produttive o domicili privati.

Ove il testo rimanesse invariato, rimarrebbero esclusi dalle tutele previste dall’articolo 2 del DDL - che stabilisce pene aggravate per i casi di lesioni personali gravi o gravissime cagionate a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o a incaricati di pubblico servizio, nell'atto o a causa dell'adempimento delle funzioni o del servizio - sanitari del Dipartimento di Prevenzione, ma anche le guardie mediche e i medici di base che si recano presso i domicili dei pazienti.

Oltre che rimediare a questa inopportuna esclusione per la quale sarà sufficiente eliminare l’espressione "presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private”, la Dr.ssa Mulas ha insistito affinché, in particolare in ambienti criminosi e di scarsa legalità, le attività istituzionali dei medici veterinari pubblici presso le aziende zootecniche e alimentari del territorio di competenza di ciascuna ASL possano essere svolte in equipe. Laddove la situazione delle aziende fosse riconosciuta come altamente critica, i controlli dovrebbero poi poter contare anche sul supporto delle forze dell’ordine.

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